venerdì 25 ottobre 2013

Questa sera vorrei, senza polemiche, senza faziosita'e con poche brevi parole ricordare un esempio. Ho visto su canale5 il discorso di Silvio Berlusconi ed ho pensato:"questo non molla mai!" . Io,non lo nego,sono da sempre stato un suo elettore ma credo che la forza dimostrata da una persona ormai quasi ottantenne nel difendere le proprie idee e nel difendersi in questo modo vadano rispettate al di la'di colori o credenze politiche.Mi piacerebbe fosse questo un esempio di unione ed unita'soprattutto per i giovani,una lezione del"non mollare comunque mai" anche quando tutto sembra perduto e tutti sembrino averci voltato le spalle.Che oggi la Politica sia stata capace di darci una lezione di forza,carattere e morale? Se ci spogliamo per un istante delle nostre appartenenze politiche...dobbiamo ammettere di si!

giovedì 3 ottobre 2013

IL MOSTRO DI FIRENZE. ROMANZO. UNA VERITA'OLTRE LA CASSAZIONE. Ho il piacere di comunicarVi ufficialmente che a breve, entro il mese di ottobre, uscirà il mio quarto romanzo. Si tratta della storia, che forse ricorderete, del Mostro di Firenze rivista e rielaborata partendo dai dati reali e creandovi sopra una vicenda romanzata che può rappresentare, come dice il titolo stesso, una possibile verità ed una diversa interpretazione al di là di quanto stabilito dai processi. Per questo quarto libro mi sono avvalso dell'aiuto di amici poliziotti e magistrati i quali hanno contribuito in maniera fondamentale alla acquisizione delle informazioni storiche e tecniche necessarie.E' stato prezioso l'aiuto del mio amico dott. Francesco Saccomanno in servizio alla procura della Repubblica grazie alla cui consulenza tecnica mi si è aperto un mondo per certi versi inquietante ma di certo interessante. Ringrazio il fraterno amico dott.Riccardo Ghio, Sostituto procuratore della Repubblica in Alessandria, per la nota da lui scritta e lo spunto offertomi. La prefazione sarà, come sempre, a cura dell'amico John Irving al quale sono legato da un'amicizia ormai trentennale. Sperando di averVi fatto cosa gradita Vi saluto. Mario

domenica 3 febbraio 2013

Si ricordino di essere prima di tutto Magistrati

Io appartengo alla generazione di quelli che non hanno mai vissuto gli orrori della guerra ma solo assistito alle sue devastazioni in televisione, nei notiziari o nei documentari. Alla voce “Rivoluzioni civili” google presenta la Guerra Civile inglese, dal 1642 al 1651; la Guerra Civile libica del 15 febbraio 2011- 20 ottobre 2011; la Rivoluzione Studentesca del ’68 ed altre, certo leggiamo anche di movimenti pacifici da Gandhi a Martin Luther King…ma quanti hanno la volontà di distinguere la parola rivoluzione da guerra o, ancor più di discernere i diversi significati del termine stesso? Io auspicherei che un tutore della legge, un magistrato, colui al quale è demandato, insieme alle forze dell’ordine, il mantenimento della legalità non si erga a fomentatore di singoli o gruppi di facinorosi che altro non aspettano che sfogare la propria violenza. Non voglio assolutamente entrare nel merito delle prossime elezioni anche perché ritengo che qualsiasi scelta politica sia, magari non condivisibile poiché ognuno ha le proprie idee, ma certamente rispettabile; non vorrei solo più leggere di liste intitolate alla rivoluzione, alla violenza…e non credo di chiedere troppo. Mi piace sempre fare il paragone della grande barca che deve attraversare un mare in tempesta in un viaggio lungo ed arduo: bene, prima di partire, ancora a terra, coloro che si devono imbarcare hanno la facoltà di scegliere tra il comandante rosso e quello azzurro…a scelta compiuta, tuttavia, ognuno di essi capisce che si dovrà lavorare all’unisono, rispettando l’esito del voto a terra perchè solo in questo modo si potrà portare a termine l’impresa. Se, di contro, anche solo una minoranza sparuta a bordo della nave, lotterà contro il capitano eletto non mettendolo nelle condizioni di governare la barca, essi otterranno con grande probabilità il loro scopo, quello cioè di scalzare il comandante ma la nave andrà facilmente contro gli scogli portando con sé i corpi dell’intero equipaggio. Vorrei ricordare la prefazione di “Se questo è un uomo” di Primo Levi: “Voi che vivete sicuri Nelle vostre tiepide case, Voi che trovate tornando a sera, Il cibo caldo e visi amici: Considerate se questo è un uomo Che lavora nel fango Che non conosce pace Che lotta per mezzo pane Che muore per un si o per un no. Considerate se questa è una donna, Senza capelli e senza nome Senza piu’la forza di ricordare Vuoti gli occhi e freddo il grembo Come una rana d’inverno. Meditate che questo è stato: Vi comando queste parole. Scolpitele nel vostro cuore Stando in casa andando per via Coricandovi alzandovi; Ripetetele ai vostri figli. O vi si sfaccia la casa La malattia vi impedisca, I vostri nati torcano il viso da voi. (Primo Levi). La violenza non è mai una strada…nemmeno quella verbale.