venerdì 2 settembre 2016

Una risposta italiana alla deficienza di rispetto e cultura storica dei giornalisti o presunti tali dello Charlie Hebdo. Quando, anche a causa delle vostre assurde, volgari ed insensate vignette avete scatenato la furia cieca ed esecrabile di un manipolo di folli terroristi, noi ci siamo stretti a voi dipingendoci la faccia con i colori della vostra bandiera ben guardandoci dal deridere la vostra nazione ed i vostri Servizi. Oggi, nel giorno del lutto e del dolore per la nostra Nazione, voi mostrando a pieno quella deficienza storica e di rispetto che vi contraddistingue, non vi siete vergognati di ironizzare biecamente sulle Nostre disgrazie senza tenere conto che il dolore non ha colori nè squadre. Non avete considerato,nella vostra deficienza, come quei borghi rappresentassero un patrimonio storico vecchio magari di centinaia di anni; non avete considerato come molte di quelle case avessero subito l'ultima sciagura nel milleseicento ed in tale epoca fossero state ricostruite; non avete considerato come si stia parlando di centinaia di morti, uomini, donne, bambini ed animali; avete disprezzato noi ed il nostro dolore. Non ci si puo' credere inataccabili nè tantomeno ergere a giudici della Vita e della Morte mancando di rispetto a chi la vive o l'ha vissuta. Vorrei lasciarvi con le ultime parole della Prefazione a "Se questo è un uomo" di Primo Levi, un monito per coloro che non ebbero rispetto per le vittime dell'Olocausto affinchè lo siano anche per voi, giornalisti irrispettosi delle vittime del nostro terremoto. Vi comando queste parole. Scolpitele nel vostro cuore stando in casa, andando per via, coricandovi, alzandovi; ripetetele ai vostri figli. O vi si sfaccia la casa, la malattia vi imedisca, i vostri nati torcano il viso da voi.